Negli ultimi anni, le crisi, lo sviluppo tecnologico, l’elevata competizione e la diminuzione dei contributi pubblici hanno reso necessario un ripensamento dei modelli di finanziamento e della strategia degli enti non profit. Occorre puntare e approfondire il rapporto inter-organizzativo profit–non profit che se ben strutturato arricchisce e fertilizza entrambi gli attori coinvolti, creando un percorso di crescita culturale, progettuale ed economica sia per gli enti di Terzo settore sia per le imprese, con benefici e impatto positivo in tutte le comunità. Un modello di servizio collaborativo significa prevedere interventi strategici condivisi per la realizzazione di progetti ed iniziative ad alto impatto sociale e puntare su un processo virtuoso di ibridazione in modo da favorire la consapevolezza delle ricadute sociali di nuovi modelli economici che prevedano la condivisione dei valori e della responsabilità sociale per generare relazioni, progetti sostenibili e iniziative civiche, sociali e culturali.
Proporre un progetto di crowdfunding significa, anche, raccontare alla community la propria storia e fare in modo che tutti possano condividerla coinvolgendo la collettività per realizzare il proprio sogno.
Gli attori e gli strumenti di un progetto di crowdfunding sono i promotori, i donatori e le piattaforme online.
I promotori sono coloro che pianificano la campagna e si impegnano per ricercare fondi per realizzarla.
I donatori sono coloro che supportano la campagna di crowdfunding e possono essere singoli cittadini, enti o imprese.
Le donazioni prevedono agevolazioni fiscali riguardanti la “detrazione” e la “deduzione”:
- In base alle previsioni dell’art. 83 del CTS, dall’imposta lorda sul reddito delle persone fisiche si può effettuare una detrazione di importo pari al 30% degli oneri sostenuti dal contribuente per le erogazioni liberali in denaro o in natura a favore degli ETS.
In seguito all’intervento del legislatore del decreto Semplificazioni, le erogazioni che determinano le agevolazioni fiscali a favore dei donatori possono essere effettuate nei confronti degli ETS comprese le cooperative sociali (escluse le imprese sociali costituite in forma di società) e non più solo in favore di ETS non commerciali (art. 79, comma 5, CTS), per un importo complessivo in ciascun periodo d’imposta non superiore a 30.000 euro (soglia della misura rimasta invariata).
- Si ricorda inoltre che il predetto importo è rimasto elevabile al 35% degli oneri sostenuti dal contribuente, qualora l’erogazione liberale in denaro sia a favore di Organizzazioni di volontariato (le erogazioni liberali in denaro vengono riconosciute a condizione che il versamento sia eseguito tramite banche o uffici postali ovvero mediante altri sistemi di pagamento tracciabili).
- Le liberalità in denaro o in natura erogate a favore degli ETS da persone fisiche, enti e società inoltre possono essere deducibili dal reddito complessivo netto del soggetto erogatore nel limite del 10% del reddito complessivo dichiarato. In seguito all’intervento del legislatore del decreto Semplificazioni “l’eccedenza (della deduzione) potrà essere computata in aumento dell’importo deducibile dal reddito complessivo dei periodi di imposta successivi, ma non oltre il quarto, fino a concorrenza del suo ammontare”.
Spetterà in ogni caso alla persona fisica scegliere la misura più conveniente tra le predette agevolazioni fiscali riguardanti la “detrazione” e la “deduzione”.
Le piattaforme autorizzate hanno invece un ruolo diverso. Esse fungono da facilitatori tra il richiedente al finanziamento e i singoli investitori. Queste possono essere verticali, se sono legate ad un determinato settore, oppure generaliste, presentando campagne in diversi ambiti.
Esistono quattro tipologie di crowdfunding, ognuna delle quali ha specifiche regole: donation, equità, lending, reward.
Il donation crowdfunding è spesso indicato come la forma “originale” di crowdfunding. I privati investitori allocano parte del loro capitale in una causa da loro scelta senza ricevere una ricompensa, per questo viene per lo più utilizzato per una causa meritevole con valore morale o sociale. Non ci sono limiti all’investimento: spesso si può partire anche con solo 1 euro.
L’equity crowdfunding è il modello utilizzato per lo più per trovare fondi per l’avvio di startup. Una volta effettuato l’investimento il finanziatore riceve in cambio una percentuale delle quote del progetto che finanzia, ovviamente in base alla cifra investita. Le piattaforme online di equity per poter operare devono specificatamente essere autorizzate dalla Consob, soprattutto per regolare l’acquisto di azioni o quote in un mercato controllato e regolato.
Il lending crowdfunding, chiamato anche social lending, rappresenta il più rilevante in termini di volume d’affari. Può essere descritto come un prestito tra privati, stabilendo anticipatamente il tempo di ritorno dell’investimento e gli interessi. Tramite le piattaforme di lending è possibile che le parti “contrattano” direttamente il tasso d’interesse.
Nel reward crowdfunding si riceve una ricompensa, materiale o immateriale, sull’investimento. Possiamo descriverlo come appagamento ricevuto da chi investe su un particolare prodotto o servizio.
Crowdnet prevede il donation crowdfunding e il reward crowdfunding, per approfondire i servizi per il crowdfunding consulta l’apposita sezione.